L’obbligo di separazione patrimoniale è una norma che è stata inserita nel 2002. Eppure ancora comporta una serie di problematiche per gli intermediari non indifferenti, che possono ricorrere a sanzioni economiche e disciplinari fino ad arrivare alla radiazione. Come tutelarsi?
L'obbligo di separazione patrimoniale
Nella sua residenza di Sgurgola, a Frosinone, Cataldo Perfetti riceve una sanzione altissima, pari a ottomila euro, comminata dall’Ivass, con riferimento al bollettino dello scorso mese di settembre.
Le violazioni da lui commesse riguardano il «mancato rispetto dell’obbligo di separazione patrimoniale e il mancato rispetto delle regole di diligenza, correttezza e trasparenza nei confronti degli assicurati in 7 occasioni». Ma cos’è l’obbligo di separazione patrimoniale? Cosa dice la norma? L’intermediario cosa rischia?
L’obbligo di separazione patrimoniale: cos’è?
L’obbligo di separazione patrimoniale è una norma che deriva direttamente da una direttiva comunitaria del 2002 che ha stravolto il meccanismo a cui in precedenza facevano riferimento tutte coloro i quali svolgono attività di intermediazione assicurativa: broker, agenti e subagenti.
La normativa, in pratica, considera i premi pagati dai clienti come pagati dall’impresa, in presenza però di alcune garanzie come un conto intestato all’impresa o all’intermediario agente.
In pratica, la comunità aveva già stabilito che devono esserci dei conti correnti separati dove vengono versati i premi di proprietà dell’impresa, considerati però pagati dall’assicuratore.
L’obbligo di separazione patrimoniale secondo la normativa italiana
In Italia, però, abbiamo recepito solo uno di questi aspetti. Ovvero che i premi pagati dall’assicurato vengono inseriti direttamente in un conto corrente separato che però non deve essere assolutamente gestito personalmente dall’agente.
Infatti, l’articolo 54 del regolamento Isvap n. 5 del 2006 prevede che questi conti devono essere intestati all’intermediario nella sua qualità di rappresentante della compagnia.
Nel 2007, poi, fu stabilito che l’intermediario può anche non essere titolare di un conto corrente separato. Questo solo se la sua attività gestionale è garantita da una fideiussione bancaria pari al 4% dei premi lordi incassati al 31 Dicembre di ogni anno.
Tutto questo è stato fatto per tutelare gli assicurati e le compagnie in caso di fallimento dell’attività dell’intermediario.
Ma quando e perché scatta la sanzione disciplinare?
L’errore che in molti commettono è quello di compiere un passaggio in più, non previsto dalla normativa. L’intermediario, di solito, prima di versare i premi incassati dall’assicurato nel conto corrente separato, li colloca in un proprio conto gestionale.
Questa però è un’operazione vietata dal Regolamento Isvap succitato. Infatti, inserendo i premi in un conto gestionale questi potrebbero essere utilizzati dai creditori dell’intermediario, a danno degli assicurati e dell’impresa…
Diciamo pure che quello dell’obbligo di separazione patrimoniale è un tema molto complesso, sui cui i gruppi aziendali e gli agenti devono trovare delle intese con le proprie mandanti per scoprire soluzioni nuove che però devono rispettare pienamente le norme regolamentari.
Altrimenti, si rischia di incappare in sanzioni altissime, a volte censura a volte anche la radiazione.